sabato 28 maggio 2011

11- Ora di invio 5:09

Tornarono a casa con un taxi. Gin aveva uno di quei mal di testa allucinanti, che si fa persin fatica a tenere gli occhi aperti.
Accanto a Lei c'era Tia. Non sapeva la fine che avesse fatto Vale, ma in quel momento non era abbastanza cosciente da capire ciò che le stava succedendo. S'appoggiò sulla spalla di Tia, che la strinse a se come un peluche e cadde nel sonno più profondo di sempre. Non sapeva dove la stesse portando però si sentiva al sicuro tra le braccia del ragazzo che si era resa conto d'amare.



"Sam, andiamo a casa"
"Okay, Vale!"
Tornarono a casa che erano le cinque. Avevan fatto l'alba. Non si erano mai sopportati eppure parlavano e scherzavano. S'erano addirittura baciati.
"Rimane tra noi quel che è successo stanotte?"
"Va bene"
Presero l'autobus che li portava a casa. Erano usciti col sole, al tramonto. Tornavano a casa che faceva alba.


La mattina quando Gin aprì gli occhi si rese conto di non essere a casa sua. Accanto a lei dormiva sua nonna, Isma. Cercò di ricordare per quale motivo si trovasse li e subito le venne in mente il taxi.
"Nonna, nonna svegliati"
"Si, Gin che c'è?"
"Chi mi ha portato qui?"
"Un tuo amico, un certo Tia"
"Ah.."
"Ha detto che avevi sbattuto la testa e avevi perso i sensi. T'ha portata su lui per sei piani"
Incredibile, Gin non poteva credere alle proprie orecchie. Tia che si era preoccupato per Lei? Stranissimo. 
"Okay nonna, ora torno a letto anche io. Dormiamo"
Gin s'addormentò con il pensiero di Tia in testa, decise però prima di mandargli un messaggio. Erano le cinque passate, era presto ma voleva ringraziarlo. Se ne sarebbe dimenticata sennò.
A Tia: "Ei, sono Gin! Volevo ringraziarti, nonna mi ha detto tutto. Grazie anche per la copertura. Ti devo un favore"
Ora di invio 5:09.
Sentì vibrare il cellulare, aveva il cuore in gola. Vide che era Tia che le aveva risposto.
Da Tia: "Figurati, Gin. Spero tu stia meglio. Non mi devi alcun favore, dovere d'amico ;)"
Gin stavolta si addormentò veramente, con la consapevolezza di aver trovato qualcuno su cui contare, su cui poter sempre fare affidamento.
Era felice, talmente felice che si girava e rigirava nel letto.
Bom. Bom. Bom. Bom. Bom.
I battiti erano regolari, ma le sembrava che il cuore le scoppiasse dentro.
Come se tutte le sue emozioni fossero state racchiuse per troppo tempo e ora doveva lasciarle uscire. Massì, tipo il vaso di Pandora.
"Aspetta nonna, ma hai avvisato mamma e papà?"
"Si tranquilla, ora dormi"
"Grazie nonna, ti voglio bene"
"Anche io piccola, anche io"
Una stretta al cuore, e un grazie che stava li sulla punta della lingua. L'avrebbe rivisto, il giorno dopo. Intendeva parlargli di persona.