lunedì 6 giugno 2011

13- Non capisci l'importanza di qualcosa finchè non la perdi

Il citofono suonò, le tremavano le gambe. Si mise uno di quelle vecchie sciarpe leggere di sua nonna attorno agl'occhi non appena entrò in ascensore e schiacciò lo zero. 
Il cuore batteva all'impazzata, il respiro si fece più affannoso.
Mancavano trenta secondi; avrebbe scoperto chi era stato a mandarle il messaggio.
S'aprirono le porte e un "Ciao amore" detto con romanticismo e un bacio lento la travolsero.
"Ei ma.."
"Eccoti"
"Ma Fili"
"Chi pensavi che fossi, scusa?"
"Beh, veramente.."
Gin non riuscì a dire una parola, aveva le lacrime che le scendevano. Perchè l'aveva lasciata così e ora se la stava riprendendo.
"Fili, lasciami"
"Tesoro"
"Fili, ti prego"
Non obbiettò. Rimase lì, con il fiato sospeso. Non si aspettava che Gin lo respingesse, ne tantomeno di vedere i suoi occhi spenti.
Non l'aveva mai vista così spenta nei suoi confronti, non aveva mai visto quegl'occhi lucidi pieni di rabbia. Solitamente erano pieni d'amore e non riuscivano a resistere alle sue labbra, e ora? Ora era li che non provava niente per lui. Lo vedeva brutto, grasso e quello spazio tra i denti che prima amava, ora la considerava la cosa peggiore del suo corpo. 

Bip-bip.
Ci mancava solo un messaggio, pensò. 
Era Bea, le chiedeva di vedersi.  Rispose velocemente con un "non posso, devo studiare. Scusa."
Mi sento in colpa ma la sua risposta arriva immediatamente e mi rassicura "non ti preoccupare, tranquilla"

"Fili, non ha senso star qui a guardarci negl'occhi senza dir niente. Quegl'occhi per me son troppo vuoti ora. Non mi trasmettono niente"
"i tuoi invece Gin mi trasmettono tutto. Mi trasmettono amore, gioia, dolore, passione, tristezza, malinconia, felicità, essere orgogliosa"
"Beh, .."
"Gin, non andartene ti prego, dammi una seconda possibilità"
"Te l'ho già data, come al solito hai tradito la mia fiducia, ti ricordi?"
"Lo so, ma Gin tu non capisci l'importanza di qualcosa fino a quando non la perdi e io ti ho perso. Ho perso la persona più importante della mia vita. Gin ti ho perso, tu mi sei indifferente. Vorrei scoppiare a piangere ma non voglio farmi veder debole davanti a te, vorrei essere colui che ti protegge, forte e possente. Gin, io voglio passare il resto della mia vita con te"
Gin scoppiò in un'applauso ed esordì con un "Che scema, quasi ci avevo creduto"
"Ma.."
"Fili, fammi la cortesia di cucirti quella cazzo di bocca. Non m'importa più di te, okay?"
"Come vuoi"
"Ciao Fili, ora vado"
Si sentiva una vera e propria stronza ma era orgogliosa. L'aveva fatto per se stessa e c'era riuscita. L'aveva fatto per liberarsi da quel peso che non faceva altro che trascinarla giù. Ora stava risalendo, si. Stava tirandosi su da quell'oceano di bugie in cui lui l'aveva sempre fatta sprofondare, senza mai preoccuparsene. C'era riuscita ed era decisa a lasciare alle spalle il passato, una volta per tutte. 
Girò i tacchi, citofonò a sua nonna Isma dicendole di aprirle.
Il portone s'aprì, lei scomparve dentro quel nero del condominio.
Fili rimase a bocca aperta, incredulo a quello che era appena successo. Una lacrima scese dalle sue guance, Gin non l'aveva vista.

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