lunedì 25 aprile 2011

8- "Eh, s'è risolta la situazione?"

"Gin, vado a pagare"
"Aspetta ti do i soldi"
"Figurati, stasera offro io"
"Ma.."
"Offro io tranquilla""Grazie Vale"
Gin aveva problemi in famiglia. La madre troppo pressante, il padre che le voleva un bene dell'anima e cercava di proteggerla da quella madre che tutto faceva tranne che quello. Sapeva benissimo com'era fatta, sapeva che Gin era fragile. Era consapevole che da sola sarebbe crollata miseramente, s'era sempre sostenuta sulle sue spalle. Sulle spalle dell'uomo della sua vita come diceva sempre. 
Era un misto d'odio amore con il padre. Sicuramente prevaleva l'amore che provava nei suoi confronti. Lo rispettava e lo stimava. Era il suo modello. Voleva diventare esattamente come lui, sapendo però che non ce l'avrebbe mai fatta.
La madre sembrava quasi avesse due facce. Una la mostrava quando vedeva gli amici di Gin (rare volte). Odiava stare in compagnia, e odiava più di tutti che Gin fosse il suo opposto. Gin ama il prossimo, si sacrifica sempre, prendendola nel culo. La madre invece è una di quelle che invece te la mette in culo. Aveva fatto tanti pianti per lei, tante lacrime buttate nel cesso. Lei non si meritava le sue lacrime ne tantomeno di avere una figlia come Gin. Non è la figlia che tutti i genitori vorrebbero avere, no.  Non è perfetta, ma Gin è sempre stata disposta ad andare incontro a sua madre, se solo l'avesse fatto anche lei. 
Gin non poteva confidarsi con lei. Rischiava che poi tutto le si rivoltasse contro, che le cazzate che diceva poi le segnassero alcuni eventi, come già successo in passato. Era la madre che voleva decidere i suoi amici, che voleva obbligarla a uscire con gente di un certo livello, quella con cui anche lei ne avrebbe indubbiamente tratto dei vantaggi. Era egoista e non aveva mai una parola buona con lei. L'unica cosa che ormai Gin potesse fare era risponderle. Qualcuno diceva che il dolore di una madre quando la figlia si ribella a lei è enorme, ma questo non credo sia il suo caso. Non perdeva mai l'occasione di sminuirla, di dirle che aveva qualche chilo in più e darle della troia se usciva con una gonna sopra il ginocchio. Bloccava la sua libertà, le bloccava l'aria, senza neanche rendersene conto probabilmente. 
Gin aveva sempre odiato il suo metodo d'apprendimento ed educazione e aveva sempre fatto riferimento sul padre. Non aveva una figura materna che potesse darle soddisfazione. Vedeva solamente una donna insoddisfatta e piena di complessi mentali che la condizionavano. 
Parecchie volte aveva detto che se ne voleva andare, parecchie volte l'ha fatto.
"Gin, a che pensi?"
"A mia madre"
"Eh, s'è risolta un pò la situazione?"
"No, ma ci sono abituata"
Si era ridotta a dire sempre "Ci sono abituata". Ci soffriva, non lo dava a vedere. Diceva di odiarla, ma le voleva bene, nonostante tutto ciò che le diceva. 
Vale parecchie volte l'aveva aiutata in situazioni difficili, ma questa non riusciva a trovare né capo, né coda.
La considerava una stronza perchè no, Gin non se lo meritava. Gin si sarebbe meritata una madre che l'ascoltasse e la capisse. Le sembrava strano, l'aveva avuta giovane e le aveva sempre rinfacciato di rovinarle l'esistenza.
Beh, ora riversava tutto il suo tempo perso dietro a lei in parole che non son degne di una madre. In parole che nessuna figlia vorrebbe mai sentirsi dire.


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